Redditometro.Bloccato invio per 35mila contribuenti: forse la lista non rispetta la privacy.
L'invio delle lettere del redditometro a 35mila italiani deve attendere la pronuncia del Garante della privacy, perplesso sulle modalità di compilazione dell' ‘elenco dei cattivi'.
Altolà al nuovo redditometro. Il Garante della privacy vuole vederci chiaro, e ha indetto un'istruttoria il cui esito sarà raggiunto entro la metà di ottobre. L'agenzia delle Entrate è stata interpellata per mettere a fuoco tutti gli aspetti su cui l'Authority non è convinta, a seguito delle numerose pronunce dei Tribunali secondo le quali il redditometro è in contrasto con la riservatezza. E ieri ha raggiunto le prime osservazioni che rappresentano un crocevia determinante nel percorso di attuazione del redditometro.
L'attenzione del collegio giudicante si sta concentrando su due aspetti. Il primo, le modalità con cui sono stati costruiti gli identikit dei contribuenti e l'attribuzione delle spese, in base al reddito; poi, altra questione considerata centrale dal Garante presieduto da Antonello Soro, la qualità dei dati custoditi dall'Anagrafe tributaria. È questo essenzialmente il parametro che consente di ricostruire la effettiva capacità di spesa per confrontarla ai redditi dichiarati e valutare l'effettiva divergenza rispetto alla soglia (comunque elastica) del 20%.
L'Agenzia ha messo nel mirino non meno di 35mila contribuenti, ai quali invierà le lettere di invito al contraddittorio con le quali chiederà conto a ciascuno delle incongruenze rilevate. Ma l'avvio di questa operazione, al momento, è subordinato al nulla osta sulla privacy.
L'istruttoria vuole far luce non solo sul metodo, ma anche sulla qualità. Ossia, non solo sul come l'Agenzia arriva ad intercettare i dati potenzialmente “sensibili”, ma anche sul tipo di dati raccolti. Il redditometro infatti analizza le cosiddette ‘spese certe', cioè quelle che già figurano in Anagrafe tributaria comunicate dai contribuenti attraverso le dichiarazioni dei redditi o da soggetti terzi. Queste informazioni sono disseminate tra 128 diverse banche dati, e aldilà della frammentazione in termini tecnici — tali da invidiare il fisco centralizzato ‘all'americana' — si impone di uniformare la raccolta, per non creare disparità nel tipo di profili messi sotto controllo.
Il dialogo tra Garante ed Entrate, in ogni caso, come è stato fondamentale ora lo sarà in futuro quando il Sid (Sistema di interscambio dati) sarà la superstrada di comunicazione digitale su cui gli intermediari finanziari trasmetteranno i dati da dare in pasto alla Super-anagrafe dei conti correnti.
Fonte http://www.fiscoetasse.com
21-09-2013 09:20
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